Nello splendente buio udii un assordante silenzio

Jeff x Haruhi

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    Driiiin.
    Finalmente la campanella, la lezione di spagnolo del signor Valdez sembrava essere durata il triplo del solito e non ne potevo più di sforzarmi di capire quella lingua strana che non mi sarebbe entrata in testa nemmeno tra cent'anni.
    Non ero mai stato portato per lo spagnolo ma parlavo correttamente l'inglese e il giapponese dato che fin da bambino in casa mia si erano mischiate quei due idiomi mentre parlavamo, volevano li imparassi entrambi senza privilegiarne per forza uno.
    Rimisi i libri nel piccolo zaino di un azzurro sbiadito, era di seconda mano e me l'aveva regalato un ragazzo più grande di me che era andato via dall'orfanotrofio dato che aveva raggiunto i diciotto anni...aveva detto che sarebbe andato in california e che mi avrebbe mandato una cartolina...chissà se lo farà davvero.
    Fui l'ultimo a uscire dalla classe come al solito, non avevo nessun appuntamento di vitale importanza con qualcuno di un altra classe, non avevo nulla di importante da raccontare a nessuno quindi me la presi con calma, sistemando con cura tutte le mie cose e salutando cordialmente l'uomo in uno stentato spagnolo, sapeva che non ero portato per la sua materia ma vedeva che mi impegnavo quindi sembravo stargli anche simpatico...
    Raggiunsi il mio armadietto e mentre come al solito trafficavo con il lucchetto che si era incastrato mi raggiunse Allison, una ragazzina bionda e dagli occhi grandi e espressivi, l'avevano tutti etichettata come stana ma era veramente simpatica, frequentavamo molti corsi assieme e eravamo diventati amici velocemente.
    Anche se io non avevo molto da dire lei aveva parecchie novità da raccontarmi così la lasciai parlare, ascoltando di come durante la lezione di chimica un suo compagno di classe aveva rischiato di far saltare per aria la sua postazione nel laboratorio di chimica; mentre io ancora cercavo di aprire quel maledettissimo armadietto.
    Ci riuscii dopo qualche tentativo e sistemai i libri che non mi servivano, lo richiusi e mi guardai in giro...Cercavo una persona in particolare, anche se quella persona non mi aveva mai nemmeno notato...
    Era sempre da solo, mi incuriosiva parecchio, quasi sempre con il cappuccio tirato sul capo...
    Dove sei... pensai, e come per magia apparve in fondo al corridoio...-Allison...chi è quello?- chiesi gli occhi puntati sulla figura del ragazzo ma al contempo cercando di non far vedere che lo stavo osservando -Oh, lui? so solo che si chiama Jeff e che è più grande di noi...- aveva di sicuro di chi stavo parlando ma non era riuscita a dirmi molto...
    Almeno ora sapevo come si chiamava.

    Edited by Jas† - 30/8/2013, 18:36
     
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    Ricordo quel giorno con una così irritante perfezione.
    Il motivo? Probabilmente perché quello fu il mio ultimo giorno in quelle mura scolastiche, anche se io ovviamente non sapevo che mi sarebbe aspettato un calvario in ospedale.
    Jeff! Jeff! Vieni qui piccolo emo di merda! disse Troy afferrandomi gli occhiali e scagliandomeli a terra D-dannazione! Lasciatemi in pace...o giuro che ve ne faccio pentire fuori di qui! Non vi basta aver spedito mio fratello in carcere!? dissi con rabbia piegandomi a raccogliere la montatura...oh no! Cazzo no! Le lenti erano spaccate da un taglio precisissimo.
    Tu farla pagare a noi? La festa di Billy è oggi pomeriggio...sai gia che ti aspetta no? mi sfiorò il mento con un dito e mi impietrii, vi conficcò l'unghia e poi mi spinse a terra e se ne andò ridendo.
    Troppa gente rideva di me...gattonai velocemente in un bagno e mi alzai, sentivo il segno sul mento che mi aveva lasciato con bruciante perfezione...sanguinavo ma nemmeno troppo, la pelle si era giusto un po' sbucciata.
    Srotolai un pezzo di cartaigenica e mi tamponai la ferita...
    La festa di Billy...già l'ansia mi bruciava nel petto, dovevo stare calmo , ero un ragazzo forte quanto mingherlino e so che suona strano...
    Uscii pian piano dal corridoio...altre persone altre risa, mi portai al armadietto, non si apriva. Che cazzo! dissi colpendolo con violenza preso da un raptus di rabbia, il gomito affondò nel ferro creandovi una conca...
    E ancora più sguardi inchiodati Jeff che ti sei impazzito dinuovo!? Urlò una biondina vicino ad un asiatico, mi voltai e la fulminai con gli occhi grigi...ella intimorita tornò a fissare l'asiatico biondo.
    Aperto finalmente...sistemai i libi e semplicemente me ne andai.
     
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    Oh no Allison.
    Avevamo assistito alla scena di lui e quei bulli in silenzio...avevo paura di loro, l'avevo da primo giorno di scuola quando avevano cominciato a prendere di mira me per la bassa statura, per le cose di seconda mano, un po' per tutto...Era così che avevo notato Jeff, cercando di vedere sempre dove fossero Troy e i suoi compari avevo notato un altro ragazzo con cui se la prendevano, che mi aveva da subito sia intimorito che incuriosito...sembrava non temesse quei gradassi, anzi a volte quasi gli teneva testa...
    Successe anche quella volta, lo sentimmo protestare con aria innervosita...
    Fu tutto molto veloce e lo vidi tornare al suo armadietto, era arrabbiato e la serratura non voleva collaborare quindi cominciò a colpirlo...
    Fu un quel momento che Allison gridò e io pensai di sprofondare all'istante, non era una cosa carina da dire ma sapevo che lei non l'aveva chiesto con cattiveria, voleva solo scherzare ma Jeff non la prese bene...mi sentii inchiodare anche io da quello sguardo grigio e intenso.
    Si allontanò e io rimasi un attimo interdetto poi lo seguii, in silenzio, passando tra la gente che affollava il corridoio, senza mai perderlo d'occhio.
    Lo raggiunsi e gli tirai piano la manica per attirare la sua attenzione...quando mi guardò dissi innocentemente, con aria timida e un filo di voce -Quando si blocca l'armadietto...tiragli un pugnetto sotto il lucchetto e poi spingi appena verso l'interno...di solito funziona- poi imbarazzato mi defilai, non sapevo nemmeno perchè ero andato a dargli quel consiglio.
     
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  4. Tate°
     
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    Mi ero grattato il capo con foga sotto la massa di capelli neri, fino a quando non avevo sentito le dita inumidirsi, le portai davanti al viso: I polpastrelli erano lievemente sporchi di sangue F-fanculo... sussurro tutto concentrarto a pulirmi le mani nei jeans per poi cercare un fazzolettino sul quale sputo un po' di saliva e poi tampono sul capo.
    La mia manica pare essersi impigliata in qualcosa ma...percepisco un odore...un dolcissimo profumo, mi volto e lo vedo...l'asiatico che pochi minuti prima stava in piedi vicino a quella ragazza.
    W-wow...che pelle meravigliosa...lo guardo in imbarazzo e lo sento parlare, timidamente annuisco per poi tornare a guardarmi i piedi senza dire nulla, rimango immobile...quando alzai il volto per ringraziare lui...beh lui se ne era gia andato lasciandomi con l'incertezza.
    Era venuto per davvero? O forse me lo ero immaginato? Eppure il suo odore dolce è ancora qui...
    Ero uscito dal liceo lasciandomelo velocemente alle spalle, con l'mp3 nelle orecchie avevo preso a correre al impazzata verso casa mia , poi mi ricordai della festa dunque inchiodai rallentando in un modo nauseante....non ci volevo andare avevo...si paura.
    ***
    Spazzolai per l'ennesima volta i capelli ripassandoli per bene con la piastra , un filo di matita sotto gli occhi gli occhiali di riserva e ecco perfetto, allacciai una felpa bianca che scelse mia madre, un paio di jeans neri attillati e delle All Stars sempre scure dalla punta bianca.
    Avevo sceso le scale velocemente e svogliato avevo attraversato il giardino andando a bussare alla casa dei vicini, una donna alta e fin troppo in carne mi aprì mi fermai a guardare quel suo enorme culone flaccido...come diavolo ci stava in quegli shorts!?
    Mi scortò subito nel giardino dove una mandria di marmocchi si rincorrevano sparando a raffica.
    Vuovi giocave? mi chiese un bavoso pischiello con la bocca piena di panna...
    Scordatelo piscialetto....
    Ad egli si inumidirono gli occhi io li ruotai e va bene... presi una pistola giocattolo...inizialmente mi sentivo ridicolo ma poi...immaginare di ammazzarli tutti di uccidere le persone una ad una...mi eccitava....
     
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    -Ma Cecelia...io non sono stato invitato...- dissi mentre l'istitutrice mi spazzolava i capelli per quella festa a cui non volevo nemmeno partecipare -Si invece, e poi vai anche per accompagnare i bambini più piccoli...Su, non fare i capricci...- mi diede un buffetto sul naso e mi lasciò solo in camera per vestirmi.
    Ci misi un po' a sceglierli, tanto che un paio di volte vennero a bussare, chiedendomi dove fossi finito, ma alla fine scelsi ciò che ritenni migliore, un paio di jeans semplici, chiari, un po' segnati dall'usura sulle ginocchia dove si stavano un po' rompendo e una maglietta a maniche lunghe blu, un po' stinta per i troppi lavaggi, un po' troppo grande per me; mi feci su le maniche e misi le mie vecchie all star, erano blu scure, come un tempo doveva essere stata la maglia.
    Uscii e raggiunsi gli altri, ero il più grande che sarebbe andato a quella festicciola di un ragazzino che nemmeno avevo mai visto...Come si chiamava? Ben? Bob? B...Billy! Un certo Billy, ma non sapevo di più su di lui.
    ***
    -Non ce la fai a saltare fino a là!- mi disse un bambino quando il mio sasso atterrò nell'ultimo quadrato dello schema di campana che avevano disegnato in un angolo di un piccolo spiazzo di cemento -Io dico di si- ribattei con un sorriso divertito e presi a saltare, dicendo i numeri delle caselle mano a mano che le toccavo - 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10!-9-8-7-6-5-4-3-2-1 - mi guardarono con aria stupita per qualche attimo e la partita ricominciò, ero abituato a giocare con i bambini più piccoli di me, ero tra i più grandi all'istituto.
    Poi decisero di cambiare gioco, presero a inseguirsi facendo finta di sparare, chi con una pistola di plastica chi solo facendo il gesto con le dita...Fu allora che lo vidi.
    Correva anche lui, non capivo se si divertisse o se lo faceva solo per i bambini...Era anche Jeff alla festa di quello sconosciuto Billy, che non avevo ancora nemmeno incontrato.
    Ero sorpreso di vederlo ma un po' ne fui felice...forse mi avrebbe parlato...aspettai i nostri sguardi si incontrassero e quando successe sorrisi facendo il gesto con la mano di una pistola puntata contro di lui-Bang- dissi semplicemente, continuando a guardarlo sorridendo.
     
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    Evitavo di ridere anche se l'adrenalina in quel gioco idiota mi bruciava dentro.
    Jeff non ride mai.
    Jeff è quello serio.
    Jeff è quello depresso.
    Stavo rincorrendo proprio Billy un tenero bambino dal bel viso candido e pieno di lentiggini, dei capelli rossicci e due enormi occhi ambrati, rideva correndo veloce con un cappello da cowboy in testa Non mi pigli Jeff non mi pigli! gridava divertito.
    Io per dargli corta alzando la voce esclamavo Bang Bang! B...Bang....
    Una voce leggera si intromise nel mio tono alto e mi bloccai, chi era che osava intralciarmi, anche se per gioco?
    Mi voltai e dinuovo rimasi folgorato...l'asiatico.
    Non sorrisi ma lo guardai per qualche istante dopo il suono emesso dalle sue labbra e mi lasciai cadere a terra con una mano sul petto.
    Billy corse dal asiatico e lo prese per mano Jeff il terribile ha perso! e io...che anche se avevo 17 anni la sconfitta non la accettavo afferrai la caviglia del piccolo...ovviamente era un bambino, del male non gli avrei fatto ma me lo strattonai addosso facendogli il solletico Arrenditi piccolo Billy! dicevo serio il bimbo ridendo come un pazzo si alzò e scappò Giammai!.
    Mi alzai anch'io e dissi al biondino Ora...sono un cowboy zombie....
     
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    Sembrava sconcertato quando si voltò nella mia direzione dopo quel piccolo suono detto a mezza voce, mi stupii un poco del fatto che avesse capito subito che ero stato io a parlare e dopo avermi guardato per qualche attimo si lasciò teatralmente cadere a terra, fingendosi morto.
    Il bambino che inseguiva mi prese per mano ridendo allegro e mi lasciai scappare una piccola risatina -Yeee, siamo dei campioni!- ma Jeff decise che il gioco non era ancora finito e si trascinò addosso il bambino che scoprii essere il piccolo padrone di casa e festeggiato.
    Era buffo il modo in cui Jeff si era abbassato a giocare con dei bambini ma al contempo continuasse a rimanere serissimo, come se nulla di tutto ciò lo sfiorasse davvero.
    Mi voltai e presi un piattino con una fetta di torta al cioccolato e panna, facendola a pezzettini con la forchetta e portandomene lentamente un boccone alla volta alle labbra. Mi distrassi dal mio dolce solo quando lo sentii parlare e guardandolo dissi -I cowboy zombie sono più difficili da uccidere...sono più forti- la voce sempre poco più di un sussurro, come se temessi di farmi sentire.
     
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    Ci eravamo trovati soli, fissai la torta nel suo piattino e storsi il naso, odiavo i dolci, preferii prendere un bicchiere e riempirlo di patatine fino a farlo strabordare, li mi sedetti a terra a gambe incrociate, imbarazzato levai l'enorme cappello marrone da cow boy .
    Afferrai una patatina in modo delicato e raffinato stringendola con delicatezza fra due dita e me la portai alla bocca frantumandola con i denti-io comunque sono Jeff...- mormorai senza alzare lo sguardo.
    Ancora quel suo buon odore, sapeva inebriarmi...mangiai una seconda patatina fissando il bicchiere svuotarsi pian piano...allora mi leccai le labbra e lo posai a terra lentamente, e senza guardarlo sussurrai - E tu?...tu come ti chiami?- attesi risposta.
     
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    Presi il cappello che si era levato tra le piccole mani e me lo calcai sui capelli biondi, mi era un po' grande e traballava sulla testa ma non lo tolsi, mi piaceva quel cappello, era simpatico. Mi sedetti anche io a terra, di fronte a lui e mentre lo sentivo rosicchiare una patatina io ripresi a mangiare la torta, non dissi nulla ma non lo stavo ignorando, mi ero solo concentrato qualche attimo in più sul sapore del dolce. Era veramente buono.
    Parlò lui e i miei occhi scuri si posaro sulla sua figura, non mi guardava, sembrava volesse evitare il contatto visivo -Lo so che sei Jeff- dissi riportando gli occhi sul boccone di torta che tenevo sospeso sulla forchetta, stavo per presentarmi anche io ma mi precedette chiedendomelo -Haruhi Abbey- dissi con un piccolo sorriso sul visetto chiaro.
     
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    Mi disse di sapere gia il mio nome e rimasi a bocca aperta con le patatine sbriciolate ammucchiate sulla lingua in un informe e giallastra poltiglia.
    Sai gia il mio nome? e come lo sa.... mi interruppi, un rumore gia a me molto famigliare mi riscosse: rotelle di skateboard, quel rumore di liscia gomma che viene grattata dal asfalto...
    Skate. dissi secco mentre il sangue mi si gelava nelle vene...Troy e gli altri,li vidi arrivare a bordo delle tavole e fermarsi Eccoti qui piccolo coglione...vediamo di pareggiare i conti...
    ***
     
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    Spalancò la bocca e io risi quando mise in bella vista la poltiglietta giallognola che un tempo erano delle patatine, non si aspettava io conoscessi già il suo nome? L'avevo chiesto quella mattina a Allison, per curiosità; lei poi l'aveva urlato, poi Billy aveva annunciato che "Jeff il terribile aveva perso", anche se non l'avessi già conosciuto l'avrei capito da qeui piccoli segnali -Me l'ha detto il Bianconiglio- dissi innocentemente alla sua domanda ma poi mi resi conto che qualcosa l'aveva interrotto, l'aveva turbato...mi zittii e ascoltai anche io, cercando di capire cosa...Skate, disse. Non capii cosa di tanto terribile potesse portare uno skate finché non lo vidi: Troy e la sua piccola e male ssortita combriccola. Si fermarono vicino a noi e io sarei voluto sparire ma notarono solo lui...e volevano pareggiare "un qualche genere di conto".
    Un gesto automatico, involontario. Poggiai la mano sulla sua gamba, delicatamente e spaventato sussurrai -non farlo...- non sapevo nemmeno io cosa. Forse volevo dirgli di non seguirli, di non provocarli, di non dar loro corda...Qualsiasi cosa volessi intendere non fu capita.
     
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    La candeggina bruciava sulla mia pelle come acido, colava nella carne viva e sanguinante nelle ferite.
    I fumi di essa mi entravano nel cervello asfissiandoli con lentezza...ed ero lì sopra il suo corpo moribondo che sembrava dissanguare lentamente fino alla morte...ma rise, di chi rideva? ...rideva di me.
    Che c'è da ridere!? domandai stizzito ancora con la spranga sanguinante fra le mani...
    La sua voce era debole ma gelida...C-che c'è da ridere?...c'è che sei coperto di candeggina e vodka...asta la vista emo di merda... il resto successe tutto troppo velocemente sotto lo sguardo dei bambini terrorizzati e degli adulti totalmente incapaci di sedare la rissa che attendevano la polizia, gli odori le luci...il fresco che si tramutò in un bruciante senso...un accendino contro il mio addome,avvampai al istante...come una torcia umana, come in uno di quei fumetti che adoro...solo che beh allora non era divertente.
    Corsi fuori verso qualcosa....caddi dalle scale inciampando rotolando, gridavo fino a farmi sanguinare la gola piangevo, mi avvicinai più di tutti al asiatico Aiuto! Aiuto! Ma mi accasciai senza nemmeno sfiorarlo...a terra inerme.
     
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    La prima cosa che sentii fu l'odore di bruciato.
    Era arrivato prepotentemente alle mie narici, portato da un alito di vento momentaneo...Ma non ne capii la provenienza, non subito.
    Me lo fecero capire le urla.
    Le urla disperate, acuto, mi portarono ad alzare gli occhi dalle mie scarpe a a portarli verso la casa di Billy e della sua famiglia, La voce era riconoscibile, nonostante fosse distorta dal panico, dal dolore, dalle lacrime...
    Jeff, dove sei? Cosa ti è successo?
    Fu allora che lo vidi.
    Un grosso fiammifero, una palla di fuoco.
    Invece era Jeff che stava bruciando, divorato con straziante lentezza dalle fiamme che lo abbracciavano, che danzavano sulla sua pelle e sui suoi vestiti, minacciando di farlo scomparire.
    Cadde di front a me, così vicino che avrei potuto toccarlo e era quello che stavo per fare, stavo allungando una mano verso il suo corpo e le fiamme quando qualcuno mi prese per le spalle e mi strattonò indietro, costringendomi ad alzarmi e allontanarmi da quel macabro e grottesco spettacolo che era la torcia umana che Jeff era diventato...
    Spensero il fuoco, arrivò l'ambulanza, la polizia e io rimasi immobile, senza riuscire a parlare, senza riuscire a fare nulla.
    Le fiamme di Jeff, anche se spente, continuavano a danzarmi negli occhi.

    ***

    Sono passati mesi da quel giorno ma penso non riuscirà mai a sbiadire quel ricordo.
    Non riesco più a pensare ad altro perchè la scena mi si è impressa nella mente...impressa a fuoco direi per fare un macabro e poco divertente gioco di parole.
    Sono passate settimane prima che io riuscissi a tornare a scuola e ancora adesso fatico a rimettere piede in quei corridoi.
    Lo psicologo scolastico dice che quella scena ha riportato a galla anche i sentimenti per le morti avvenute a distanza d'anni dei miei genitori.
    Non ho più visto Jeff a scuola...Non l'ho più visto da nessuna parte...
    Se non nei sogni e negli incubi...in quelli è spesso presente... a volte giochiamo assieme come abbiamo fatto alla festa...a volte invece lo vedo bruciare...altre la mia mente immagina e inventa le scene in cui lui picchia a morte quei tre ragazzi...
    Non farlo avevo detto...mi riferivo forse a quello?
    Mi vesto con lentezza quasi snervante, la testa pesante di pensieri come è sempre da quel giorno...
    Guardo per molto fuori dalla finestra prima di riuscire a uscire, indosso un paio di jeans chiari e un maglione rosso, caldo...
    Ho bisogno di una boccata d'aria, di fare quattro passi...
    Stai diventando matto Haruhi? No penso solo di dovermi calmare, mi rispondo da solo.
     
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    Erano passati mesi...
    Jeff per la società era morto, morto suicida , avevo fatto trovare un cadavere in casa completamente sfiugrato e sventrato...in modo fosse irriconoscibile, con i miei abiti addosso.
    La tv parlava in continuazione della morte della famiglia... Mentre io nella menzogna con il mio nuovo viso di pregiato cuoio bianco, il mio raccapricciante sorriso scavato nella carne me ne stavo a vivere di stenti in una piccola catapecchia così terribilmente piccola e soffocante, li passavo la mia vita...li facevo ciò che finalmente mi rendeva felice: Uccidere.
    ''The KIller'' Mi chiamavano così senza sapere la mia identità io arrivavo, io colpivo nel sonno dicendo alle mie vittime semplicemente ''Ora torna a dormire...'' sgozzavo la gente con furia,come avevo fatto con mamma che mi aveva mentito, con papà che le aveva dato corda...e con Liu...che di sicuro mi avrebbe messo nei guai.
    Se avessi rimpianti?
    Ovvio. Ogni notte io Jeff the Killer...versavo amare lacrime accucciato su quel gelido e ruvido pavimento di legno sbeccato e tarlato,o mi rigiravo su quel mucchio di stracci, o mi incidevo gli avambracci o il collo o l'addome...Continuavo a farlo iperterrito, uccidevo per istinto...solo vedere la gente soffrire faceva si che io stessi bene...davvero bene con me stesso...al meno fino a quando l'adrenalina non si esauriva in modo così straziantemente lento.
    Avevo perso peso, i capelli si erano allungati fino alle spalle, nonostante l'incidente e il mostruoso autolesionismo sul viso...la mia bellezza era sempre quella...inquietante certo,ma comunque colpiva.
    Quella mattina mi ero svegliato con le vene che vibravano...erano giorni...giorni che non uccidevo nessuno ma era uno di quei periodi dove ...anche se la voglia c'era non riuscivo, vivevo in un terribile senso di malessere dove non sapevo far altro che piangere come un bambino, avevo bevuto un enorme tazza di caffè amaro, mi ero infilato l'mp3 nelle orecchie e mi ero seduto sul davanzale, in mezzo a quel verde nessuno poteva sentire il miei rumori.
    Allargai le gambe poggiando vi il violoncello...l'archetto morbido fra le dita e così iniziai ad accarezzare le corde,in alcuni punti pressavo, con tanta forza da far gemere gli intrecciati peli di coda di cavalla...
    Muovevo il capo avanti ed indietro a seconda di come la musica mi portava
     
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    Oggi non ho visto Jeff a scuola...
    Jeff è morto.
    Non è vero...
    Non riesco a mentire a me stesso dato che la verità mi era piombata addosso come un sasso...
    Ne avevano parlato per parecchio al telegiornale dell'incidente alla festa, della rissa che si era scatenata, dei tre ragazzi che Jeff aveva ucciso, di come lui era andato a fuoco...e subito dopo di come la sua famiglia era stata trovata uccisa assieme a lui...Avevano fatto tante ipotesi, che li avesse uccisi lui stesso per poi togliersi la vita, che li avesse uccisi tutti un misterioso assassino...Nessuno ancora sapeva la verità e probabilmente nessuno l'avrebbe mai saputa, quella famiglia si era portata il nome del loro carnefice nella tomba.
    Qualche volta sono andato al cimitero a trovarli, ho lasciato dei fiori e mi sono seduto a chiacchierare con Jeff...non era di molte parole ma ascoltava quello che gli raccontavo, le novità a scuola, all'orfanotrofio, tutto quello che mi capitava...
    Parlavi con una lapide piccolo psicopatico.
    Parlavo con Jeff...sono sicuro che lui mi ascoltava.
    Senza che me ne renda nemmeno conto ho camminato parecchio, i miei piedi hanno abbandonato il cemento e calpestano l'erba e le foglie...sono all'inizio del bosco, mi hanno detto di tenermici lontano perché può essere pericoloso...Ma credo lo dicessero solo per non farmi correre troppo lontano al parco.
    Cammino nel bosco, cammino tra gli alberi in silenzio, cercando di ignorare i miei pensieri.
    Nel silenzio mi arriva alle orecchie una musica...è fuori posto, cosa ci fa la musica nel bosco?
    Cammino verso ciò che la produce, curioso come un bambino alla scoperta di nuovi percorsi, alla caccia di un tesoro misterioso.
    Il tesoro della mia piccola caccia è una catapecchia di legno, è da lì che proviene la musica...Mi avvicino di più, chi è che suona?
    Spingo pianissimo la porta sperando di non far rumore e di non disturbare il suonatore misterioso, appoggio l'occhio alla piccola fessura che si è aperta e sbircio dentro.
    No vedo bene chi sta suonando, è contro luce perchè dietro ha la finestra, una figura magra, dai capelli lunghi che svolazzano mentre con foga suona un grosso violoncello...rimango come ipnotizzato dalla scena e dalla musica che l'accompagna...
     
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