Nessuno sente la mancanza di un fiore

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  1. Yoru§aili
     
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    Non sarebbe dovuto ritornarci. Non ci avrebbe dovuto nemmeno pensare.
    Ma può un drogato in crisi d’astinenza non pensare alla droga, o un essere umano con le vie respiratorie tappate non pensare all’ossigeno? In egual maniera la figura nascosta dalla pioggia non poteva non pensare a lui.
    Lui che era parte del suo passato.
    Lui che era parte del suo cuore.
    Lui che era parte della sua anima.
    Senza alcuno sforzo si ritrovò dietro la finestra che dava sulla camera da letto del suo fratellino. Del piccolo Sasuke .
    Fu una tortura starsene lì, seminascosto a spiare l’unico membro rimasto della sua famiglia come un guardone pervertito.
    La tenue luce che veniva da fuori illuminava la sua figura dormiente.
    Sembrava così piccolo e indifeso, solo contro le angherie del mondo. Ed era tutta colpa sua. Avrebbe voluto posare una mano su quella guancia pallida e sentire di nuovo il suo profumo, certo che non era cambiato nonostante gli anni passati.
    Ora il ragazzino di otto anni era cresciuto e i tratti del viso erano mutati facendolo più diventare più virile, più grande.. ma infondo, restava sempre il suo Sasuke.
    Non riusciva ad amarlo come un fratello. Il suo affetto nei confronti del piccolo che ora dormiva beato davanti ai suoi occhi non era nemmeno paragonabile a ciò che di solito si provava fra fratelli.
    Era qualcosa di più carnale, malato, innaturale. E lui lo sapeva e se ne vergognava.
    Non poteva sporcare quella parte così pura della sua esistenza. Forse l’unica rimasta illesa da ciò che aveva fatto nella sua vita.
    Appoggiò la mano sul vetro, piano, cercando di non farlo vibrare per non fare rumore anche se il temporale sovrastava ogni altro suono.
    Cercò di chiamarlo, di urlare il suo nome con le labbra serrate. Era il suo cuore a parlare, era il suo cuore a gridare al posto della voce, che sicuramente si sarebbe spezzata dall’angoscia di non poterlo stringere.
    Sasuke lo odiava, lo detestava, e dopotutto Itachi lo comprendeva. Era stato lui a sterminare la loro famiglia, anche se era per nobili scopi, il suo gesto era stato orribile e inumano.
    Era un abominio allora? Prima aveva ucciso le persone più care che aveva e adesso amava suo fratello in una maniera così acuta che era devastante e che alcune volte gli impediva di respirare.
    Ancora una volta la sua anima gridò il nome della sua metà, ma il tuono che si scatenò in cielo sovrastò la sua disperazione.
    Il corpo di Sasuke sentendo quel rumore così forte e così all’improvviso sussultò ma, tenne gli occhi chiusi ancora per qualche istante, giusto il tempo per garantire ad Itachi una ritirata silenziosa.


    Sasuke aprì gli occhi nell’oscurità della stanza. Quel maledetto tuono lo aveva svegliato.. no…non il tuono…ma due occhi. Due occhi uguali ai suoi.
    Si voltò di scatto verso la finestra ma non c’era nulla..nulla a parte la pioggia sul vetro che deformava la visuale dell’esterno.
    Lentamente senza far rumore mise i piedi nudi a terra e si avvicinò alla finestra e la spalancò facendo entrare il vento gelido e le goccioline fredde e piccole come spilli.
    Il suo pigiama come i suoi capelli danzavano con il vento ma il suo viso e i suoi occhi rimanevano fermi a fissare un punto nell’oscurità. Non c’era bisogno dello sharingan per notarlo.. come un ceco che sa orientarsi benissimo in casa sua Sasuke non aveva bisogno di alcuna abilità innata per vederlo.. e lui ricambiava lo sguardo, duro e spietato, ma infondo a quegli occhi c’era un vuoto incolmabile perché l’unica cosa che poteva riempirlo ora non c’era..o almeno non voleva vederlo.
    Amore.
    Dannate, fottute, odiate, sperate, distruttive cinque lettere che avrebbero sistemato tutto.
    Le labbra di Itachi si mossero, così velocemente da far pensare a Sasuke di esserselo solo immaginato. Itachi però lo aveva chiamato, aveva pronunciato il suo nome e lo aveva affidato al vento che con ferocia lo portava al legittimo proprietario che chiuse gli occhi quando quella brezza distruttiva lo raggiunse.
    Sasuke allora semplicemente allungò una mano, la protese verso l’esterno, là dove sapeva che la parte mancante della sua anima lo attendeva.. là dove suo fratello lo guardava come se fosse la cosa più preziosa e fragile della terra.
    Itachi..
    Lo chiamò come aveva fatto prima il più grande , lasciando che fossero le labbra a far uscire il nome che da anni lo soffocava nella speranza di essere udito da colui per cui era stato pronunciato.
    -Sono qui- la voce calda di Itachi lo raggiunse facendolo rabbrividire di un piacere viscerale e primitivo come se fosse sull’orlo dell’orgasmo
    La mano bagnata del maggiore si strinse attorno a quella protesa di Sasuke che immediatamente la portò a sé e ponendoci sopra le labbra assaporando le piccole goccioline dispettose che colavano ai bordi della mano per poi continuare la loro discesa fino al pavimento.
    -Lo so- rispose semplicemente Sasuke riaprendo i suoi occhi color pece sulla figura possente di Itachi.
    - Ci sei sempre stato- continuò indietreggiando in un muto invito ad entrare.
    Itachi con movimenti aggraziati e felini toccò il pavimento con le scarpe e chiuse la finestra alle sue spalle e con quel gesto sbatté fuori tutto il mondo da quella camera da letto.
    I capelli bagnati erano appiccicati al viso e la pelle era ancora più cerea del solito creava un perfetto contrasto con la liscia chioma color onice.
    -Non mi chiedi perché sono qui? – la voce virile di Itachi riempì la stanza e Sasuke ancora una volta rabbrividì disarmato di fronte alla famigliarità di quel suono.
    - Ha importanza?- altra domanda senza bisogno di risposte. Altro silenzio, altri respiri, altri sguardi.
    - Mi odi?-
    -Toccami.- Lo interruppe il più giovane avvicinandosi di un passo verso il visitatore inaspettato. – Toccami.-
    Ripeté ancora con urgenza. Tremava.
    Itachi si avvicinò ancora, lentamente e calcolatore. Leggeva lo sguardo ricco di impazienza di Sasuke e avrebbe voluto calmarlo, stringerlo, rassicurarlo.. ma bisognava andarci piano..era un cucciolo abituato a mordere chiunque gli si avvicinasse, doveva entrare piano nel suo cuore o lo avrebbe respinto.
    Con la punta delle dita gli toccò il lato destro del collo e fece scorrere i polpastrelli sulla sua pelle liscia arrivando a sfiorare l’osso della mascella.
    Sasuke dischiuse le labbra e un rantolo basso e spezzato gli uscì fuori..
    Urgenza, bisogno, voglia... voglia… voglia...
    Le mani affusolate del minore andarono ad accarezzare i capelli di Itachi quasi tirandoglieli, saggiandone la morbidezza, presero l’elastico e lo spinsero giù liberando quella meravigliosa chioma nera e lasciando che i suoi capelli ricadessero liberi sulle sue spalle.
    -Sono meravigliosi.- sussurrò sorpreso Sasuke lasciando che i polpastrelli di Itachi segnassero le sue labbra scarlatte e bellissime come il frutto più buono ed esotico.
    -Sono meravigliose- questa volta fu il maggiore a parlare mentre con la punta dell’indice si fermava all’angolo destro della sua bocca.
    I loro occhi si incontrarono ancora una volta prima che le labbra del maggiore raggiungessero quelle del più piccolo trovandole già dischiuse e impazienti.
    Fu un bacio tormentato, carico di risentimenti, odio, rancore, parole mai dette, sguardi mai donati, affetto venuto meno, frustrazione e amore.
    Quell’amore che entrambi si erano negati e che ora infuriava nei loro petti, quell’amore che li distruggeva, li consumava come il fuoco consuma la legna secca, li riportava alla vita, li chiamava e loro rispondevano intrecciandosi come i nodi che di solito i marinai conoscono alla perfezione.
    Le loro dita si trovarono e le loro lingue si unirono in una danza frenetica e passionale, i loro corpo si sfioravano strusciandosi l’uno sull’altro in modo istintivo, come se la pelle dell’uno reclamasse quella dell’altro.
    Un ringhio basso e animalesco uscì dalle labbra di Itachi mentre il controllo scivolava via insieme alle sue buone intenzioni e alle premure che avrebbe voluto donare al fratello, ma si poteva essere premurosi in quella situazione? Si poteva fare le cose con calma quando gli anni erano sfuggiti loro di mano e ormai non restava più tempo per il loro amore? Si poteva cercare di andarci piano quando entrambi soffocavano sotto il peso dell’incertezza e della solitudine gratuita che avevano sopportato per troppo tempo ?
    La lingua del maggiore accarezzava ed esplorava con passione quell’antro caldo ed accogliente mentre piano spingeva Sasuke verso il letto e quando le gambe del più piccolo toccarono il materasso facendolo sbilanciare Itachi gli mise una mano sulla schiena per non farlo cadere e, lo attirò al proprio petto accarezzandogli i capelli corvini.
    Le mani affusolate e ceree del minore scattavano impazienti sulla superficie liscia della camicia color pece del fratello, Sasuke aveva un estremo bisogno di assaggiare le forme del suo amante e iniziò a mugolare frustrato tirando il tessuto del vestito che gli impediva di toccare la pelle di Itachi.
    Le mani di Itachi furono sulle sue e le accarezzarono cercando di calmarle e di portarle lentamente verso i bottoni scuri che dalla base del collo scendevano fino al pantalone;
    Sasuke per un momento lo guardò negli occhi poi prese lentamente a slacciare la camicia godendo nel vedere il torace sempre più scoperto di suo fratello che non aveva smesso un solo istante di seguire con gli occhi ogni suo movimento, rapito come non lo era mai stato per nient’altro da quelle movenze e da quelle dita che inciampavano stranamente goffe in quel semplice – eppur ricco d’emozione- gesto.
    Quando finalmente anche l’ultimo bottone fu tolto dall’asola Sasuke mise le mani sotto la stoffa della camicia e la aprì piano fino a raggiungere con le dita le spalle di Itachi che inerme guardava liquido di desiderio suo fratello. Lentamente la stoffa della camicia accarezzò le braccia di Itachi e si posò con grazia sul pavimento.
    Sasuke con la falange dell’indice accarezzò la clavicola destra del più grande come se non ne avesse mai vista una in vita sua e seguendo un percorso immaginario -scoprendo sempre più la morbidezza e la consistenza liscia della pelle di Itachi- arrivò fino ad uno dei capezzoli e con un piccolo sguardo al viso del maggiore , chiedendo tacitamente il permesso di continuare, piegò la testa e prese fra le labbra quel bottoncino di carne stuzzicandolo timidamente con la lingua.
    Itachi sorpreso gemette, e mise le mani sotto la sua maglia del pigiama carezzando i fianchi nudi così magri eppure così piacevoli al tatto del più piccolo.
    Mentre Sasuke succhiava e stuzzicava a turno i capezzoli del maggiore, quest’ultimo iniziava a prendere familiarità con la parte superiore del corpo di suo fratello e con carezze a tratti passionali, a tratti dolci e chete, faceva rabbrividire il piccolo che gemeva incontrollato sul suo torace.
    Quando Itachi ne ebbe abbastanza allontanò di qualche centimetro il viso del piccolo dal suo petto e gli tolse la maglia e la gettò a terra senza degnarla di un solo sguardo.
    Sasuke istintivamente con le mani cercò di coprirsi ma bastò un caldo e appassionante bacio a lasciar cascare le braccia lasciandosi così scoperto agli sguardi indiscreti di Itachi.
    Il maggiore iniziò a baciargli il collo, a mordicchiargli le spalle, leccargli il petto e donargli piccoli succhiotti sui fianchi e sul bassoventre mentre il più piccolo gemeva e si contorceva a quelle dolci attenzioni.
    -No…non ce la fa…ccio più…Itachi!! - pigolò inarcandosi verso il fratello mentre l’eccitazione tra le sue gambe creava un curioso bozzo perfettamente visibile attraverso i pantaloni del pigiama, il più grande se ne era accorto da un pezzo ma continuava insofferente a baciare e far suo ogni centimetro di quella pelle color avorio che profumava di vaniglia e bagnoschiuma.
    -Cosa vuoi Sasuke?..Chiedimelo..- gemette eccitato e sadico.
    Sasuke lo guardò con occhi infiammati di lussuria e ira. Non si sarebbe piegato, non glielo avrebbe detto. Non a voce alta almeno, perché ormai dentro di sé lo stava gridando da un pezzo.
    Itachi inginocchiato davanti a lui aveva iniziato a leccare lascivamente il pezzo di pelle che segnava il confine con l’elastico del pantalone. Era così maledettamente vicino al sesso del più giovane che ormai scoppiava di piacere e desiderio.
    -Itachi!!- urlò ancora disperato a voce così alta da temere che i vicini sentissero. Il diretto interessato si rimise in piedi e intrecciò le dita nei capelli del piccoletto attirandolo ancora a sé e posizionò la bocca sul suo orecchio.
    - Sasuke dimmi cosa vuoi, dimmelo o continuerò così per tutta la notte.- sussurrò sensuale Itachi leccandogli il lobo dell’orecchio e ancora una volta il più piccolo fu scosso da un brivido di puro e incondizionato piacere.
    Strinse i denti non volendo cedere alla richiesta di Itachi, ma bastò una gamba del fratello più grande fra le sue per mandare a fanculo anche le sue più disparate convinzioni e i suoi incrollabili limiti.
    -Te! E’ te che voglio..Itachi! – disse con un filo di voce aggrappandosi quasi piangente alla figura marmorea del fratello il quale colto da un’improvvisa tenerezza gli accarezzò i capelli per calmarlo.
    -Shh va tutto bene- sussurrò Itachi spingendolo sul letto. Gli fece adagiare la testa sul cuscino e mise una gamba fra le sue strusciandola sul suo membro eretto e pulsante mentre con profondi e passionali baci metteva a tacere il senso di confusione del suo fratellino.
    - Tutto bene Sasuke? – chiese leccandogli il labbro superiore e questo annuì semplicemente in risposta.
    Con una mano scese sul torace tonico del più piccolo fino ad arrivare all’elastico dei suoi pantaloni che aggirò e si infiltrò nella sua intimità dandogli sollievo con piccole e focose carezze all’asta pulsante e desiderosa d’attenzioni.
    Acuti e quasi femminili ansimi uscirono fuori dalle labbra cremisi di Sasuke che si inarcava e accarezzava le possenti braccia del fratello chiedendo tacitamente di spingersi oltre poiché la sua pazienza era completamente esaurita.
    Itachi compresa la richiesta tolse le mani dai suoi boxer e aiutandosi anche con l’altra e con Sasuke che ubbidiente alzava il bacino, gli sfilò sia i pantaloni che l’intimo, lasciandolo finalmente nudo e accomodante.
    Era meraviglioso, con quel fisico efebico e tonico a causa degli allenamenti, la pelle era così bianca che pareva brillare di luce propria e i capelli e gli occhi neri come la più oscura delle notti creavano un così piacevole e suggestivo contrasto che Itachi esitò a toccarlo per paura di sfasciare quella visione sublime.
    -Allora? Ti spogli o mi devo rivestire? – borbottò il più giovane fingendosi seccato ma, in realtà lusingato dallo sguardo adorante del fratello.
    Itachi sbattè un paio di volte le palpebre ritornando alla realtà e ridacchiò sommessamente leccandosi poi le labbra per umettarle.
    -Non ti facevo così impaziente, Sasuke-
    Ogni volta che il più grande diceva il suo nome il ragazzo si scioglieva come neve al sole per la piacevolezza che quella voce virile e quelle labbra morbide producevano. Era una sinfonia di movimenti eleganti e suoni profondi, caldi e sensuali..come se con quel nome ci facesse l’amore ogni volta che gli scappava di bocca.
    Itachi prese la mano destra del fratello e se la portò alla patta desideroso di farsi spogliare dal suo sole pallido, quel sole che non ammetteva colori oltre al bianco e al nero, niente mezze misure.
    Infatti, con una violenza dettata dalla frustrazione e dall’impazienza quasi strappò via il bottone e la lampo aprendogli i pantaloni con grugnito. Le dita artigliarono la stoffa e la spinsero giù ma ebbe bisogno dell’aiuto del maggiore per abbassargli le braghe.
    Itachi scalciò via i calzoni che finirono sul pavimento insieme al resto dei loro vestiti ormai completamente dimenticati e inutili.
    Questa volta fu Sasuke a restare ammaliato dallo splendore della bellezza del più grande e dal grosso membro quasi del tutto eretto che svettava fiero fra le sue gambe.
    Il corpo di Itachi era molto simile a quello di suo fratello, ma era più maturo, più muscoloso e virile.
    A differenza del maggiore il piccoletto non aspettò nemmeno un secondo più del necessario e con movimenti famelici portò due dita della mano destra del fratello nella sua bocca calda e bagnata e prese a succhiarle, voglioso come mai prima di allora di sentirsi pieno e completo.
    Itachi impressionato dalla smania di Sasuke lo guardò con occhi leggermente sgranati per poi piegarsi su di lui e leccargli le labbra bagnate dalla sua stessa saliva che continuavano a muoversi, senza un attimo di tregua, sul suo indice e sul suo medio.
    Lentamente con la bocca scese donandogli piccoli baci sul suo corpo glabro , segnando con la lingua i deliziosi bottoncini di carne e la pelle priva di imperfezioni del piccolo.
    Finalmente Itachi si ritrovò con la bocca a pochi centimetri dalla virilità di Sasuke che prese subito a baciare e a leccare come il più delizioso fra i cibi esotici.
    Il minore percependo le attenzioni del maggiore, e preso alla sprovvista dal piacere immenso che gli si irradiò in tutto il corpo partendo dal bassoventre, morse –per riflesso- le dita che aveva in bocca facendo gemere di dolore Itachi che lo guardò leggermente adirato e senza indugi prese in bocca il suo sesso e iniziò a succhiarlo e a lambire l’asta di carne nella sua bocca.
    I deliziosi gemiti di piacere di Sasuke riempirono tutta la stanza ed era una vera goduria vederlo inarcarsi in quel modo desideroso di attenzioni.
    Itachi tolse le dita dalle morbide labbra del più giovane e bagnate le fece scorrere sul suo petto liscio fino al pube e poi sotto nel solco fra le natiche.
    -Ahh!- gemette mentre la falange dell’indice di Itachi lo penetrava piano e dolcemente, cercando di fargli il meno male possibile. Lentamente e studiando tutti i possibili cambi d’espressione del più piccolo fece entrare tutto il dito -dopo una manciata di minuti intento a succhiare con più forza il sesso di Sasuke nel tentativo di distrarlo- iniziò a muoverlo in modo circolare, ma pur sempre cauto strappando al minore gemiti più acuti e frequenti.
    Dopo un po’ Itachi lo penetrò anche con il secondo dito e dopo un momento di assestamento prese a sforbiciare cercando di allentare il più possibile l’anello di muscoli che stringeva le sue dita.
    -B-basta, Itachi m-mi hai preparato abbastanza! – cercò di dire Sasuke fra un gemito e l’altro.
    -Voglio sentirti dentro di me, voglio godere appieno di te..- non riusciva a parlare il piccolo, troppo preso dall’eccitazione e dalla voglia distruttiva dettata dalla presenza di Itachi che lo stava portando lentamente allo sfinimento mentale e fisico.
    Itachi con un’ultima lappata lasciò il sesso del fratello e si inginocchio fra le sue gambe spalancate in modo osceno, tenendo però le dita dentro di lui, muovendole imitando l’atto sessuale..lentamente avanti e indietro.
    Solo quando si fu sistemato tolse le dita dal suo orifizio e portò le mani sulle sue cosce tenendole ben aperte.
    Rubò un altro lungo e bagnato bacio e mentre le lingue danzavano bramose l’una dell’altra iniziava a penetrarlo lentamente sentendolo rigido e contratto e avvertendo il dolore terribile che provava dalle sue unghie piantate nelle sue forti braccia.
    -S-Sasuke.. rilassati..! E’ più doloroso se..ahh…stringi in questo modo- Era dolce Itachi mentre sussurrava parole di conforto sulle labbra cremisi del suo amante che tremava spossato e dolorante.
    Sasuke cercava in tutti i modi di rilassarsi ma era impossibile…suo fratello era così immenso che anche se fosse stato calmo e cheto non sarebbe riuscito a non provare dolore.
    -Piano- pigolò il minore stringendosi ad Itachi che massaggiava suo sesso tentando disperatamente di distoglierlo il più possibile dal tormento che lo stava scuotendo.
    Finalmente il sesso del fratello più grande fu inglobato tutto nel caldo antro del ragazzo e carezzando il corpicino di Sasuke lo rassicurò e aspettò che avesse finito di tremare prima che –su richiesta del piccolo- iniziasse a muoversi lentamente facendogli sentire tutta la sua dolcezza, passione e attenzione.
    Le emozioni si susseguivano in modo incontrollato sul viso di Sasuke che passava dal dolore estremo al fastidio e al piacere più intenso e sfibrante che bruciava il cuore e l’anima.
    -Ita..chi..- ansimò pesantemente aggrappandosi al fratello mordendogli la spalla, mentre la potenza delle spinte iniziavano ad aumentare.
    Le mani si cercavano, i petti si sfioravano, la virilità di Sasuke si strusciava sul bassoventre del fratello creando ancor più piacere che inebriava la mente e i sensi.
    Le labbra si toccavano e danzavano lentamente e le lingue si avvolgevano a ritmo con il bacino di Itachi che si muoveva sinuoso su di lui.
    Il tempo sembrava essersi fermato, la pioggia era l’unico rumore che si sentiva oltre ai gemiti liberatori dei due che con le membra intrecciate si amavano.. e cercavano in tutti i modi di recuperare il tempo perduto ma, l’anima di Sasuke era inquieta..gridava disperata..gridava e piano prendeva il sopravvento.
    Itachi si perdeva nel piacere caldo e bagnato nel quale affondava, sempre più forte, sempre più a fondo, come per placare la mente e il cuore di suo fratello.
    Ormai nessuno dei due capiva dove fino l’uno e iniziava l’altro, si perdevano l’uno nell’altro, capivano l’uno i sentimenti dell’altro e Itachi capì al volo…lo vide negli occhi di Sasuke.
    Piano l’orgasmo si avvicinava e la frenesia aumentava proporzionalmente.
    Si erano detti tutto con il corpo, ogni cosa che le labbra non avevano potuto pronunciare, ogni dolore e ogni speranza..ma finì tutto.
    Sasuke fu il primo a venire fra loro due, macchiando entrambi i ventri inarcandosi alla ricerca del piacere estremo..mai…mai aveva avuto un orgasmo così potente e piacevole.
    La mano di Sasuke era finita sotto il cuscino e accarezzava il metallo liscio del kunai. Itachi fulmineo si piagò su di lui e unì le loro labbra, disperato e piano d’amore.
    -Ti amo Sasuke..-
    Un lampo squarciò il cielo e con la stessa velocità Sasuke squarciò la gola del fratello con il pugnale nero. Il sangue colò sul suo petto, sul suo collo e sul suo viso.
    Gli occhi di Itachi divennero vitrei e si accasciò sul fratello mentre una lacrima solitaria bagnava gli zigomi e finiva sulla pelle del fratello che lo aveva assassinato.
    Sasuke aprì gli occhi e lo sharingan vorticava furioso.


    C’è qualcosa di orribile in un fiore;
    Questo che ho in mano, infranto, è uno di quelli
    Che lui ha appena gettato; non vivrà un’altra ora;
    Ce ne sono a migliaia; non senti la mancanza di una rosa.
    Charlotte Mew
     
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  2. DamonBlack96
     
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    *________________________________*
     
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  3. Yoru§aili
     
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    be si....quando mi ci metto....faccio aborti come questo ._.
     
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  4. DamonBlack96
     
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    Aborto?! *3* ma dove
     
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  5. Yoru§aili
     
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    ç_______________________________ç tu sei di parte
     
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4 replies since 3/3/2013, 16:22   150 views
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